pubblicato in data 17 Dic 2019

Caro professore…” potrebbe iniziare così questo articolo dedicato ad un uomo che ha trasmesso, e ancora oggi trasmette ai giovani, amore per la Cultura e per la Musica.

Fulvio Caporale, uomo del Sud e di forte temperamento è compositore, musicista, scrittore, critico d’arte nonché docente di letteratura italiana. Tutti ingredienti che da soli basterebbero per comprendere la passione verso il Sapere in tutte le sue sfaccettature.

Ma andando a scavare nel suo percorso professionale scopriamo che, l’ottantenne Professore, ha raggiunto traguardi veramente importanti nei campi in cui si è dedicato.

Partiamo dalla Musica: a Sanremo, tempio del pentagramma nostrano, nel 1994 ottenne il premio della Critica con il brano “I giardini d’Alhambra” scritto a quattro mani insieme al figlio Vito. Il pezzo fu portato sul palco dell’Ariston proprio dai suoi ragazzi: Angela, Vito, Rosella e Serena sotto il nome de “I Baraonna”.

Sempre per il gruppo è stato autore di canzoni come “Niente swing”, “Fuite”, “Ninna nanna d’argiento” e molti altri.

Nel 2016, assieme alla figlia Rosella e Cheryl Porter, ha preso parte ad un progetto oltreoceano, in quel di Washington, assieme all’orchestra giovanile del Conservatorio di Padova come autore del brano “Luna saracena”.

Certamente quella della Musica è sempre risultata una delle maggiori passioni di Fulvio. Infatti, fin dagli inizi della sua carriera, in quel di Napoli, lavorò presso la casa discografica “Carfor”, venendo in contatto con Mostri Sacri quali Roberto Murolo, Austin Forte, Bruno Venturini e Nunzio Gallo. Anche Nicola Arigliano “entrò”, se così si può dire, nel percorso professionale di Fulvio Caporale. Per lui infatti, il nostro Autore scrisse “Napulicchie” e “Tresette a quattro”, registrati live al celebre evento “Umbria jazz”.

Inoltre, è stato fondatore e direttore del Coro polifonico delle due Sicilie.

Un curriculum niente male ma, come detto a inizio articolo, la Musica per Fulvio Caporale, rientra tra le sfaccettature della Cultura. Dunque, il Professore ha allargato i propri interessi anche su altri lidi come la scrittura ad esempio.

Il suo nome è presente su diversi libri riguardanti la narrativa, la poesia ed anche saggi di critica d’arte. Solo per citare alcuni titoli: “Romualdo di Acheruntia”, “Il villaggio sull’Altopiano”, “Prove tecniche di secessione”, “Lamisco a Eboli”, “A Escalaplano nidifica l’avvoltoio”, “Inedito di Sardegna”, “Lawrence a Nuoro”.

Anche in ambito giornalistico la firma di Fulvio Caporale non è venuta meno. Testate come “L’Alfiere” e “La grande Lucania” (di cui è stato Direttore per molti anni) hanno visto la pubblicazione di suoi articoli.

Ma un uomo così attivo non poteva certo pensare alla “pensione” della mente. E così, di recente, Fulvio Caporale ha attuato i suoi progetti che potremmo definire “ottantennali”!

Il prossimo CD dei Baraonna vedrà la sua partecipazione come autore del testo nel pezzo “Sei melagrane”, assieme a Vito che ha ideato e curato la parte musicale. Anche il cavallo di battaglia sanremese “I giardini d’Alhambra” verrà riproposto in una nuova veste per il venticinquesimo anniversario.

E ancora, sono in fase di sviluppo uno spettacolo teatrale (musical) dal titolo “1799” con Vito Caporale e Gianni Quinto e due saggi di Storia dell’Arte sui pittori musicisti (il primo) e sulla Tuscia ed il Tusciano, fiume di Battipaglia (il secondo).

Un uomo, dunque, sempre con la mente attiva e pronta a nuove realtà. E questo breve articolo vuole essere un omaggio ad una persona per la quale, come dice un celebre pezzo di Claudio Baglioni, “la parola Fine non esiste mai”!

Ad maiora!

Stefano Boeris

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