pubblicato in data 05 Feb 2019
Nella settimana del festival, la comunità porta a Casa Sanremo assieme alla giornalista Angela Iantosca lo spettacolo di prevenzione tratto dall’omonimo libro della reporter
Filippo non voleva passare per lo sfigato di turno. Francesca ci teneva proprio a provarla. Chiara l’aveva sempre vista in casa, non poteva certo far male. E così sono nate le loro prime esperienze con le sostanze, presto trasformatesi in vera e propria dipendenza. Per loro fortuna, per tutti l’ingresso a San Patrignano. Sono solo tre incipit delle quindici storie raccontate dalla giornalista e scrittrice Angela Iantosca nel suo libro “Una sottile linea bianca” (edito da Giulio Perrone, con prefazione del professor Antonio Nicaso) e trasformate, in accordo con la comunità, nell’omonimo monologo teatrale entrato a far parte del progetto di prevenzione WeFree di San Patrignano.

Lo spettacolo approda venerdì 8 febbraio alle 12.00 a Casa Sanremo all’interno dell’ “Ivan Graziani Theatre”, nello spazio dedicato al sociale, aperto gratuitamente a tutti coloro che vorranno partecipare. Uno spettacolo che rientra fra quelli organizzati grazie al Community Award Program di Gilead, un Bando di concorso promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciencesper selezionare e premiare i migliori progetti proposti da Associazioni pazienti e Organizzazioni no profit del Paese.

San Patrignano è stato insignito del Gilead per due anni consecutivi.

In scena ci saranno l’autrice Angela Iantosca e Federica, ragazza che ha terminato il percorso che leggerà alcuni brani del monologo: le vicende dei giovani si intrecceranno all’inchiesta della giornalista sino a concludersi con l’ingresso per tutti in comunità. Un monologo che permette di raccontare le emozioni, ma anche i numeri, gli aspetti tecnici e giornalistici, che fa entrare lo spettatore nelle piazze di spaccio e nelle vite narrate. Un monologo a cui farà seguito l’intervista della giornalista alla stessa Federica. Un modo efficace ed emozionante di coinvolgere la platea che, dopo, non potrà più ignorare una realtà spesso nascosta, ma che può riguardare tutti da vicino.

“Il libro prende le mosse da molto lontano – racconta Angela Iantosca – Erano gli anni dei Ragazzi dello Zoo di Berlino, di Cristiana F e della paura delle droghe, in particolare di cocaina ed eroina. Erano gli anni in cui si aveva paura che qualcuno in discoteca versasse qualche sostanza nelle bibite. Una paura che è rimasta congelata nella mia mente per poi riproporsi quando ho fatto visita alle Vele di Scampia, alle piazze di spaccio romane e milanesi, fino ad entrare per la prima volta nella comunità San Patrignano. Da allora ho deciso di raccogliere le storie di una quindicina di loro per raccontare che la droga è trasversale, democratica, che non si ferma davanti ai titoli di studio o alla ricchezza, che riguarda le periferie e il centro delle città”.

“Speriamo possa essere un momento di riflessione per tutti gli spettatori presenti – spiega Patrizia Russi, una delle responsabili del progetto di prevenzione – Sono storie raccolte con passione da Angela e che Federica racconterà con grande emozione, ritrovando la sua in ognuna di esse. Siamo onorati di portare il nostro progetto in una così importante location in occasione di un evento seguito a livello mondiale. Un momento importante per sottolineare quanto il problema tossicodipendenza sia attuale e ricordare che grazie all’aiuto delle comunità e di tante altre realtà è possibile superarlo”.

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