pubblicato in data 08 Mag 2024

E’ un servizio salva vita. Nel significato più stretto delle parole. La Stroke Unit, dove ti riportano – se l’intervento è tempestivo – alla vita dopo un ictus, ti stabilizzano quando arrivi in codice rosso dopo un grave incidente, ti risolvono l’infarto. Un viaggio attraverso un reparto dotato delle più moderne strumentazioni. E in questa ottica assume un particolare significato l’inaugurazione al San Camillo Forlanini di Roma della nuova Stroke Unit, che si trova ora al secondo piano del Padiglione Lancisi. Una occasione solenne, alla presenza  del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, del Direttore Generale del San Camillo Forlanini, Narciso Mostarda, del Direttore della Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria Regione Lazio, Andrea Urbani e del Direttore della UOSD Stroke Unit, Dott.ssa Sabrina Anticoli. E’ un segmento in più che si va aggiungere alla lunga serie di eccellenze che fanno grande l’ospedale di Monteverde.


“Una giornata importante per la grande comunità umana e professionale del San Camillo-Forlanini. Grazie alla corretta programmazione delle risorse PNRR, per un totale di 18,35 milioni, abbiamo rafforzato l’area dell’Emergenza-Urgenza”, ha commentato il Presidente Rocca. Da oggi infatti sono attivi ben 34 nuovi posti letto, di cui 18 per la terapia intensiva e 16 per la terapia semi intensiva, oltre a una razionalizzazione dei percorsi del Pronto Soccorso. L’operazione ha visto un investimento di circa 27 milioni di euro per l’assunzione di nuovo personale. La realizzazione del nuovo reparto di Stroke Unit, invece, ha avuto un costo di circa 2 milioni di euro


I vertici della sanità regionale, accompagnati dal prof. Luigi Tritapepe, Direttore UOC Anestesia rianimazione e dal dott. Emiliano Cingolani, Direttore UOSD Shock e Trauma , hanno fatto visita anche ai due nuovi reparti di terapia intensiva e semi intensiva, presso il Padiglione Puddu. Qui ci sono 34 posti letto (18 P.L. di terapia intensiva e 16 P.L. di terapia semi intensiva). Il costo complessivo degli interventi al Puddu è di circa 10 milioni di euro. Questi reparti si trovano al sesto piano, in un ambiente molto luminoso con un affaccio piacevole che, come qualcuno ha detto , “è un prezioso aiuto alla rianimazione”. In effetti si tratta di una operazione innovativa: solitamente reparti di questo tipo si trovano sempre in zone più nascoste o un paio di piani sotto lo zero. Qui al sesto piano si è in presenza di livelli strutturali e tecnologici adeguati.


 La realizzazione del nuovo reparto di Stroke Unit, invece, ha avuto un costo di circa 2 milioni di euro. Il nuovo reparto si sviluppa su una superficie di circa 600 mq, ospita 13 posti letto ed è suddiviso in aree a diversa intensità di cura.  Ciascun posto letto è dotato di un monitor multi-parametrico che riporta i dati alla centrale di monitoraggio. Nella realizzazione dei lavori si è posta particolare attenzione all’umanizzazione degli ambienti attraverso l’impiego di finiture edili e di sistemi di illuminazione in grado di innalzare il livello comfort psicologico ed ambientale dei pazienti e degli operatori.


«Oggi è stata inaugurato un altro pezzo strategico della rete pubblica. Il San Camillo  – ha detto il direttore generale Narciso Mostarda – ha davanti a sé una sfida importante: la complessità. La Regione ci consente di assumere capitale umano e ci consente di aumentare la nostra capacità di rispondere a una emergenza anche extra San Camillo. Siamo un hub regionale per le emergenze e per i grandi traumi e per tutte le cure complesse. Siamo in presenza di numeri importanti: abbiamo 500 professionisti, per un totale di 25 milioni di euro di stipendi».


Cosa cambia per il cittadino? «Il cittadino – spiega il DG – la domenica mattina prima di andare al parco può venire qui a fare una risonanza magnetica; oggi  con l’aumento dei posti di area critica, sempre più raramente noi blocchiamo i mezzi di soccorso; si accorciano i tempi di ricovero; un sistema così articolato è l’unico modo per arginare la complessità delle malattie».  
Il San Camillo sarà un ospedale di riferimento anche per il Giubileo. Previsti 1000 mq  per una piastra sovraelevata al Pronto Soccorso e con confort elevati. Una risposta importante per tutti i cittadini.


La Stroke Unit è un elemento essenziale nella gestione e cura del paziente affetto da ictus acuto.  Dal 2004 la UOSD Stroke Unit (UTN – Unità di Terapia Neurovascolare – II° liv.) dell’Azienda Ospedaliera San Camillo è HUB Area 3 per le reti tempo-dipendenti, centro per la diagnosi, cura e prevenzione ictus cerebrale dell’area centro- sud est della Regione Lazio con un bacino di utenza di circa 1 milione e duecentomila abitanti, riferimento per 2 UTN I° livello (Ospedale S. Eugenio e Campus Biomedico) e 10 Pronto soccorso.
In quasi 20 anni di attività quasi 9.000 pazienti con patologia cerebrovascolare acuta sono stati accolti e curati dal team neuro-vascolare dedicato all’ictus cerebrale. Circa il 50% dei pazienti viene dimesso e torna a casa in modo autonomo.
Il paziente, durante la degenza viene curato costantemente da personale specializzato. Ubicata accanto al Pronto Soccorso, l’unità dispone di requisiti tecnologici specifici e una precisa dotazione strumentale anche per le consulenze in telemedicina con gli Spokes. Dal 2022 è attivo un ambulatorio dedicato neurovascolare dove i pazienti dimessi possono essere seguiti, ma è possibile anche prendere in carico persone “sane“ che desiderano fare prevenzione dell’ictus cerebrale.

La Stroke Unit porta avanti anche un lavoro di prevenzione e diffusione delle informazioni circa la patologia cerebrovascolare tramite i corsi di formazione della rete regionale agli Spokes afferenti, nonché attività di ricerca clinica e scientifica con trial clinici e pubblicazioni di articoli su riviste internazionali.  Il personale in dotazione consta di 1 responsabile neurologo, 1 neurologo per 4 posti letto per turno e 1 neurologo per attività di consulenza per turno diurno esperto nella gestione della malattia cerebrovascolare acuta, 1 infermiere con funzioni direttive, 1 infermiere esperto ogni 4 pazienti, 1 O.T.A. per turno diurno, 1 fisioterapista e 1 logoterapista.

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