Un problema ecologico che richiede una risposta economica e di filiera: è questo il focus emerso durante la terza edizione della conferenza internazionale “Lionfish in the Mediterranean”, tenutasi a Monaco dal 13 al 15 ottobre. L’evento, promosso dalla CISM e da Elafonisos Eco, con il supporto di Acli Terra come partner professionale e sociale, ha riunito ricercatori, istituzioni, operatori economici e rappresentanti della società civile di diversi Paesi mediterranei per analizzare l’impatto dell’invasione del Pesce Leone.
Acli Terra ha partecipato attivamente, sottolineando l’importanza di valorizzare il lavoro delle comunità produttive.
Nicola Tavoletta, presidente nazionale Acli Terra, ha commentato l’intensa attività dell’associazione:
“È un periodo intenso per Acli Terra, un viaggio continuo per incontrare persone, comunità scientifica, agricoltori, allevatori e pescatori. La meta è sempre la stessa: dare valore al lavoro delle persone, al centro della produzione e dell’economia. Dobbiamo trasformare le sfide ambientali in opportunità per chi lavora il mare e la terra.”
L’approccio alla gestione della specie aliena è stato analizzato anche in chiave economica e di filiera.
Il Professor Attilio Celant, già Preside della Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza, ha evidenziato la necessità di una visione strategica:
“Il problema delle specie aliene nel Mediterraneo va affrontato in un’ottica ampia. È fondamentale gestire l’intera filiera e unire le piccole imprese che possono occuparsi del commercio di questi ‘beni’. Solo così potremo creare un meccanismo virtuoso che bilanci l’esigenza ecologica con quella economica, supportando il lavoro dei nostri pescatori.”
La conferenza di Monaco ha rappresentato un tassello importante nel dialogo avviato tra le marinerie e le istituzioni, unendo la ricerca scientifica all’esigenza pratica di trasformare l’emergenza in risorsa.
