pubblicato in data 22 Set 2023

La tragedia avvenuta a Caselle (TO) è ormai entrata nella mente di tutti noi. Un angelo di cinque anni, Laura Origliasso, a bordo di un’auto che stava percorrendo la strada che costeggia l’aeroporto, è morta per la “bomba” di fuoco causata dall’impatto a terra del velivolo.

Facendo un passo indietro e ricostruendo la dinamica dell’incidente, possiamo dire che una delle Frecce Tricolori, nominata “Pony 4”, è precipitata al suolo a causa del cosiddetto “Bird strike”, ovvero il risucchio di uccelli all’interno del motore che ha provocato la perdita di quota e lo schianto del mezzo.

Il pilota, Mag. Oscar Del Dò (35enne e con oltre 2000 ore di volo al suo attivo), si è “lanciato” fuori dal cockpit, salvandosi e toccando terra col paracadute.

Inutile dire che la magistratura sta indagando sull’accaduto, ascoltando tutte le comunicazioni radio tra i piloti e convocando nelle sedi opportune Ufficiali che, in passato, hanno pilotato questi velivoli per conoscere la loro opinione “tecnica”.

Ad oggi, ciò che accomuna un po’ tutte le parti in causa, è l’idea che quanto avvenuto a Caselle sia stata una tragica fatalità. Il Maggiore, infatti, sembra aver eseguito tutte le procedure previste in caso di “pericolo”, portando l’aereo all’interno dell’area aeroportuale ma purtroppo fiamme e detriti hanno scavalcato il muro di recinzione colpendo l’auto che si trovava a passare di lì.

Noi italiani, si sa, siamo bravissimi nel salire in cattedra entrando in ambiti che, prima di un determinato fatto, ignoravamo completamente. Oggi tutti si ritengono esperti in materia neanche fossero ingegneri aerospaziali, meccanici o piloti. Ognuno vuol dire la sua, sentendosi depositario della verità.

Ed in questo Mare magnum di pseudo verità, iniziano ad emergere voci che vorrebbero abolire la Pattuglia Acrobatica delle Frecce Tricolore. Il motivo? Apparentemente la morte di questa bambina ma, in vero, tale proposta ha più un sapore di natura politica, come se quella delle Frecce fosse espressione di una Destra estremista.

Vedere questa meravigliosa formazione volare sui cieli delle nostre città, lasciando la scia tricolore ha sempre suscitato un senso di appartenenza alla Patria unico.

In questi giorni tra web, TV e pagine di giornali abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto. Sarebbe interessante sapere se coloro che ritengono le Frecce Tricolori il male assoluto, chiedendone l’abolizione, avrebbero detto la stessa cosa se l’incidente fosse stato provocato da un aereo di linea o cargo.

Se dovessimo abolire tutti quei veicoli che sono stati protagonisti di incidenti, ahimè anche mortali, ci ritroveremmo con sole carrozze trainate da cavalli. Auto, aerei, treni, navi: ognuno di questi mezzi di trasporto ha visto, nella propria storia, momenti drammatici con un numero impressionante di morti.

Eppure, le nostre strade sono piene di macchine, camion, pullman; le ferrovie vedono un numero enorme di treni sfrecciare su e giù per l’Italia. Per non parlare del traffico aereo, dove le mappe satellitari mostrano uno sciame di velivoli seguire rotte nazionali ed internazionali.

Appare evidente che una proposta di questo genere non ha alcun senso, al pari di chi sostiene che, se il pilota fosse rimasto nell’abitacolo, la tragedia non sarebbe avvenuta. Senza contare che le Frecce Tricolori non sono solo una caratteristica italiana ma esistono nella maggior parte dei Paesi nel mondo.

Dunque, questa ipotetica abolizione riguarderebbe solo la nostra Nazione o anche tutti quegli Stati che hanno le pattuglie acrobatiche?

In risposta a coloro che parlano di soldi buttati per il mantenimento di tale componente dell’Aeronautica militare, vorrei far notare che in Italia manteniamo “risorse” che, a conti fatti, rappresentano più un danno che un affare.

A buon intenditor poche parole!

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