pubblicato in data 27 Nov 2023

La tecnologia fa il suo ingresso in sala operatoria urologica con strumenti che vanno dal laser alla robotica passando per le tecniche di medicina rigenerativa. Il tutto al servizio del paziente e soprattutto dell’apparato genitale maschile, al centro della tre giorni di formazioni organizzata dagli esperti di Uroclinic il nuovo centro di alta specializzazione nato a Roma.

“La gamma di condizioni urologiche è ampia e dobbiamo tenere conto della delicatezza dell’apparato coinvolto la cui funzionalità ha un impatto determinante sulla qualità di vita dei pazienti” spiega il Prof. Salvatore Sansalone, Docente Associato all’Università di Tor Vergata e co-fondatore di UroClinic, “Parliamo inoltre di strutture di piccole dimensioni e anatomicamente complesse per le quali la manualità ed esperienza dei chirurghi sono determinanti, anche per evitare recidive ed errori operatori”.

In Italia, per esempio, il cancro della prostata è la neoplasia più diffusa nel sesso maschile, con più di 35mila nuovi casi l’anno. A cui si aggiungono le formazioni benigne come gli adenomi che in alcuni casi raggiungono dimensioni importanti e che devono essere asportati. Quando l’adenoma supera i 150 grammi possiamo ricorrere all’asportazione con l’ausilio del Robot Chirurgico limitando i rischi dell’intervento a cielo aperto (infezioni, dolore, degenza ecc).

“La formazione dei chirurghi è fondamentale per il successo dell’intervento e per diminuire il numero di recidive” sottolinea Mauro De Dominicis, co-fondatore di Uroclinic “per questo il nostro centro ha da subito creato una Academy con corsi di alta specializzazione che prevedono lezioni frontali e sessioni live dalla sala operatoria”.

I casi di ipertrofia prostatica possono essere trattati con il Green laser (così chiamato dal colore della luce emessa) gli adenomi di grandi dimensioni vengono separati dalla capsula prostatica ed eliminati con il laser, garantendo un sanguinamento ridotto.

Spazio anche alle discussioni sulle indicazioni all’impianto di protesi peniena dopo l’asportazione totale della prostata per tumore. La novità è eseguire entrambi gli interventi nella stessa sessione operatoria, una situazione particolarmente gradita che unisce la soluzione chirurgica al recupero della funzione sessuale, estremamente importante per i pazienti.

Novità interessanti anche nel trattamento di due malattie molto diffuse: l’induratio penis plastica (o Malattia di La Peyronie) che porta alla curvatura più o meno severa del pene e la disfunzione erettile. La prima interessa tra il 3 e il 9% dei maschi con un aumento dell’incidenza con l’età. E siccome le cattive notizie non vengono mai da sole, nel 20% dei casi le due condizioni si presentano insieme. Le nuove tecniche usate sono di medicina rigenerativa mutuate dalla medicina estetica: la PRP prevede l’utilizzo di plasma estratto dal paziente che viene iniettato nella struttura peniena. Le sostanze contenute nel plasma arricchito di piastrine avorisce la rigenerazione dei tessuti e ripristina il flusso sanguigno. In uno studio su 50 pazienti (J. Sex Med 2016) 4 sessioni di trattamento di PRP + acido ialuronico in 6 mesi hanno dimostrato una efficacia dell’84% e il gradimento dato dall’invasività minima del trattamento. In un altro studio (J. Sex Med 2017) l’associazione PRP più acido ialuronico ha migliorato significativamente sia la deformazione che la sottigliezza della tunica albuginea e una ricerca del 2019 ha quantificato nel 50% la riduzione dell’angolo di curvatura e del 50% in meno la dimensione della placca.

Ovviamente saranno necessari ulteriori studi per determinare gli standard di trattamento, ma al momento è estremamente promettente. Altro campo promettente e l’utilizzo dell’Ingegneria tissutale nella chirurgia del canale uretrale, argomento di discussione al congresso di Roma.

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